IL MIO VIAGGIO IN INDIA 2023.
Aggiornamento: 4 set
Credo che una delle mie più grandi debolezze, che noto essere un vizio umano diffuso, sia quella di non vedere le sfumature e cadere così nell’idealismo, l’illusione di essere puri nel difendere all’estremo idee alte e nobili ci rende spesso anche sterili e incapaci di condividere e quindi, temo, anche di amare.
Il contesto in cui sento questo più frequente è quello delle comunicazioni digitali, il dilagare dei social media e degli apparecchi digitali e le loro evidenti insidie diaboliche mi fanno soffrire al punto che perdo di vista le sfumature e vado verso un rifiuto totale.
Ecco un tentativo pratico di scardinare queste rigidità mentali facendo filtrare della luce e della spontaneità anche in questi mondi virtuali, raccontandovi qualche pensiero sul mio ultimo viaggio.
Adesso veniamo all'India...
In compagnia di tre simpatici amici, a Gennaio, sono stato in India per tre settimane.
Condivido questa esperienza per puro piacere di condivisione e di scrittura, ma anche per arricchire la sfera di racconti personali che fanno del nostro ruolo nella società qualcosa di unico e irripetibile, anziché di protocollato, alienato e meccanico.
Queste tre settimane sono state incredibili, l’India si presenta subito come un pianeta altro rispetto al nostro caro occidente.
Il viaggio ci ha visti transitare da nord a sud, da piccole città folcloristiche, a grandi città come Agra, a luoghi di mare come Goa, a zone continentali del sud come Hampi.
Che viaggio…
L’impatto visivo ed emotivo dell’India credo sia decisamente unico, i colori della terra mescolati agli odori e all’atteggiamento mite e leggero degli abitanti ti fa sentire subito che quei seimila chilometri di distanza danno la possibilità di cambiare tutte le variabili, non solo quelle ambientali.
Non voglio descrivere il viaggio nei suoi dettagli e nelle sue tappe specifiche, quanto mettere in risalto alcune riflessioni pungenti che emergono dopo qualche mese di digestione emotiva e mentale dell’esperienza.
Da sempre amo viaggiare e con quest’ultimo tuffo nell’oriente mi sono reso conto che si tratta proprio di una possibilità unica di cambio radicale di prospettiva. Per quanto possiamo impegnarci a non fossilizzarci nelle nostre idee e nei nostri modelli comportamentali, mantenendo sempre uguali gli ambienti e gli scenari in cui giochiamo con la vita diventa difficilissimo combattere il ristagno, delle energie, delle idee e degli umori.
Trattando di cultura del movimento potremmo dire che comprendere quanto movimentare le nostre routine, a partire da quella fisica e arrivando molto più in là, è un’azione in grado di mantenerci creativi e vivi.
Il viaggio in India è stato molto intrigante anche dal punto di vista alimentare, oltre ad aver provato qualche piatto tipico, per un rigido soldato della nutrizione come me, tentare di essere flessibile e quindi mantenermi ad equa distanza sia dalla denutrizione che dalla mania di perfezione è stato molto divertente. Io e il mio compagno di avventura Mattia in particolare, ci siamo goduti piatti super speziati e piccanti, bevande calde saporite all’inverosimile e al tempo stesso abbiamo assicurato al nostro corpo una quantità di proteine sufficiente per la nostra salute fisica, e soprattutto mentale, si… bisogna ammettere i propri limiti e abbracciarli.
La possibilità di viaggiare con tre compagni che erano stati già diverse volte in India mi ha dato accesso ad un itinerario ricco e ben congegnato. I luoghi sacri e i canti che gli abitanti amano condividere con gli stranieri, gli elefanti, l’immensità del Taj Mahal, l’incredibile complessità e perfezione dei templi di Khajuraho, la potenza indescrivibile della città sacra di Varanasi, il calore dell’oceano Indiano e le abili e terribili scimmiette ladruncole di Hampi sono solo alcuni degli ingredienti di un viaggio sicuramente unico nel suo genere.
Sappiamo che esistono molte tipologie di viaggi differenti, proprio come con il corpo, a volte si ha voglia di riposare e fare una passeggiata leggera, a volte il corpo vuole fare esperienza di qualcosa di forte e nuovo. Ebbene, un viaggio in India di tre settimane, con decine di ore di taxi di dubbia affidabilità, potrebbe essere paragonato più al bungee jumping che ad una passeggiata al parco la domenica pomeriggio.
Filippo Mazzacano