PAESAGGI E NON PROTOCOLLI
Non ti offro protocolli o metodi segreti, ti mostro mappe e paesaggi attraverso cui interpretare e leggere il corpo e la sua dinamica. Mappe che possano farti accedere ad un modo di allenarti consapevole, paesaggi concettuali e pratici che possano liberare il tuo corpo/mente dalle rigidità e farti accedere ad una sensibilità ed efficienza di movimento come non la immaginavi.
Non propongo più protocolli, ma chiavi di lettura, perchè io stesso non li cerco. Essendo corpi umani vivi e pensanti, l’esperienza di movimento e allenamento del corpo deve poter prendere il volo da un punto molto più alto rispetto al mondo statistico/tecnico/procedurale/strategico. Solo una volta osservato il territorio da lontano, una volta contattata una visione globale e al tempo stesso intercettato cosa è più essenziale si può scendere a bassa quota e addentrarsi nell’osservazione e nell’analisi delle specificità.
I tecnicismi e gli esercizi specifici, la metodologia dell’allenamento sono anch’essi indispensabili (non passa una settimana senza che mi metta a studiacchiare qualcosina di nuovo) MA soltanto se posizionati su una piattaforma solida che risponde a domande come “Che significato ha questo corpo? Perché voglio fare attività fisica? Che tipo di dialogo voglio innescare con il mio corpo?”
Il più delle volte nella nostra società attuale l’atteggiamento di chi si allena in palestra nei confronti del corpo è quello di una aggressiva volontà di trasformarlo perché si ritiene fuori forma o non appagante esteticamente, chi invece pratica sport si dedica giustamente al divertimento ma senza coltivare una sensibilità attenta, così spesso ci si fa male senza nemmeno accorgersi di non avere rispettato dei segnali che ci ha fornito il corpo.
Sappiamo tutti che si può essere in pace, felici e funzionali alla vita anche con qualche chilo in più o senza sapere fare 10 trazioni di fila, spesso cadiamo nella trappola del tutto o niente. Repetita iuvant. Non confondiamo la qualità del movimento dentro e fuori l’ambito “allenamento” con la prestazione. Qual’è il reale livello di fitness base per una vita serena? Non c’è risposta, l’indagine personale e individuale è forse una chiave di lettura.
Coltivare un rapporto ricco, divertente, autentico, vivo, creativo e denso con la dinamica del nostro corpo è un che di imprescindibile per chi non vuole attraversare superficialmente la propria quotidianità.
Il nostro corpo è una sorta di primo grande filtro della realtà che ci circonda, a suo modo modifica l’ambiente circostante ancora prima che possiamo accorgercene e quindi nel ricevere informazioni elettriche, chimiche e biologiche dà una colorazione e un gusto particolare alle entità/immagini/sostanze con cui interagiamo, tutto questo prima che la nostra corteccia frontale (parte anteriore del cervello) possa operare qualsiasi ragionamento razionale e cosciente.
Il tentativo di rendere questo filtro puro e neutro al cento per cento è utopico e inopportuno, fare conoscenza dei caratteri di questo filtro, accettarli, intraprendere un viaggio di scoperta insieme/attraverso essi è invece un’intenzione che trasforma la noia e la routine in divertimento e continua esplorazione.
Così si arriva a comprendere che oggi TUTTI possono farsi domande apparentemente intellettuali e filosofiche, che in realtà sono tremendamente pratiche e immediate.
“Il mio corpo fisico è una macchina -che sono/in cui sono- che devo tenere il più possibile in salute con fatica e controllando i suoi processi oppure è uno strumento di scoperta che rappresenta possibilità sconosciute e intelligenze tutt’oggi inspiegabili?!”
L’umiltà e il rispetto con cui pratichi e con cui cerchi di trasformare il corpo, sia che tu sia un atleta, sia che tu sia la signora Pina, è una questione cruciale e io sento che va detto ora e domani e ancora dopodomani…
Queste sintesi, queste fotografie che condivido circa la pratica e il movimento sono spesso frutto di una lunga serie di esperienze personali che mi hanno mostrato quanto più intelligente avrei potuto essere. In dieci anni di pratica di sport e attività fisica non so quante volte questo sia accaduto e quante volte accadrà di nuovo.
Nondimeno le centinaia di persone che ho allenato e attraverso cui ho stabilito un colloquio multidimensionale con il miracolo che è il corpo umano mi hanno mostrato come sia proprio questo continuo ricalcolare il percorso che costituisce la linfa vitale per un ricercatore, professionista, filosofo, uomo, creatura pensante. Usate la categoria che vi piace oppure, meglio ancora, non usatene nessuna.
Filippo Mazzacano